Negli anni ’20, il regime fascista diede un nuovo impulso alla viabilità nazionale, riordinando e valorizzando alcuni assi stradali strategici. Tra questi, la strada che collegava Roma a Perugia, passando per Passo Corese, Terni e Spoleto, fu denominata “Via Littoria” per celebrare la marcia su Roma.
Tra il 1927 e il 1928 Mussolini ordinò la ridenominazione di quel tratto stradale. In quel contesto storico, si cercava di mettere ordine nel crescente caos cittadino dovuto al traffico automobilistico e alle segnalazioni improvvisate. L’iniziativa, promossa dal Reale Automobile Club d’Italia, previde l’installazione di circa venti colonne da Perugia a Roma (l’ultima sul Ponte Salario è la ventiduesima) con il supporto di sponsorizzazioni economiche. Alla base di alcune delle colonne infatti, si intravede una conchiglia, simbolo della compagnia petrolifera Shell come scritto in questo articolo di Lorenzo Grassi sul Corriere della Sera: Roma, Ponte Salario, ecco la pubblicità al tempo del fascismo: la conchiglia di pietra della Shell sulla colonna di «via Littoria».
Shell e Ferrari
Una collaborazione precoce nel settore delle sponsorizzazioni fu tra la Shell, compagnia petrolifera di origine britannica, e la Scuderia Ferrari. Fondata nel 1907, la Shell era già attiva in Italia dal 1912 sotto il marchio Nafta. Negli anni tra le due guerre, la compagnia stava cercando di espandere il proprio mercato in Italia, affrontando la concorrenza della neonata Agip (1926). A partire dagli anni ’30, questa partnership stabilì lo standard per future sponsorizzazioni nello sport. Con il supporto della Shell, la Ferrari dominò il mondo delle corse e stabilì una reputazione di affidabilità e prestazioni. Questa partnership reciprocamente vantaggiosa permetteva all’azienda petrolifera di raggiungere un vasto pubblico di appassionati di auto, mentre la squadra di corse riceveva il finanziamento necessario per migliorare i propri veicoli. (https://autogear.pt/)

Nel contesto di queste operazioni di sponsorizzazioni nel settore automobilistico, la Shell aveva già intrapreso analoghe iniziative. La presenza del marchio Shell sulle colonne di travertino della via Littoria è, quindi, il risultato di una strategia di marketing innovativa per il tempo, nonché di un interesse economico da parte di un marchio straniero che cercava di rafforzare la propria immagine in un paese in rapido sviluppo.
Il tracciato della via Littoria
Il tracciato di via Littoria sfruttava in parte la Via Salaria e la Via Flaminia ed è indicata da numerosi cippi marmorei. Queste pietre miliari non sono semplici indicatori stradali, ma testimonianze di uno spaccato della storia viaria italiana e di un ambizioso progetto. Le colonne avevano una duplice funzione:
- indicare la progressiva chilometrica del percorso;
- celebrare il regime fascista, attraverso il simbolo del fascio littorio e l’anno di realizzazione in numeri romani.
I cippi riportavano anche le indicazioni per Roma e Perugia, oltre alle località più importanti raggiungibili dalla diramazione stradale. Molti di questi cippi sono tuttora visibili anche se alcune delle colonne sono state troncate e al loro apice sono stati apposti elementi di devozione religiosa.
Dalla “Via Littoria” alla Strada Statale 313
Nel secondo dopoguerra, con il decreto del 1º febbraio 1962, il tratto Passo Corese-Terni (non condiviso con Salaria e Flaminia) fu elevato a strada statale, prendendo il nome di “Statale 313 di Passo Corese”. Oggi, la SS 313 è una strada regionale che collega Lazio e Umbria.