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Via Cassia

Ponte Milvio - Roma

La via Cassia (Strada Statale n. 2) era una delle principali arterie di collegamento nord-sud nell’antica Roma e forniva una delle poche opzioni per raggiungere la Pianura Padana e il nord dell’Impero, insieme alla Salaria, alla Flaminia e all’Aurelia.

Non si conosce con sicurezza quando fu realizzato il tracciato stradale che prese nome dal suo supposto autore, il censore Lucio Cassio Ravilla e non si conosce nemmeno il suo tracciato che ha subito diverse varianti nel corso dei secoli, pur rimanendo nel suo complesso, una importante via di comunicazione fino ai giorni nostri. Certo è che il suo tracciato principale si è consolidato dopo la definitiva sottomissione dell’Etruria, verso la fine del II secolo a. C. Nel 187 a. C., quando venne eseguito il prolungamento appenninico dell’arteria.

Dal Ponte Milvio (uno dei più antichi ponti di Roma antica ancora in funzione), la via Cassia si distaccava dalla via Flaminia con la quale condivideva il primo tratto del suo percorso. La Cassia, fino a Bolsena, seguiva un itinerario sostanzialmente coincidente con quello della moderna Strada Statale che ne ha ereditato il nome. Si dirigeva poi verso Chiusi per mezzo di due tracciati, uno più lungo posto più a oriente, e un secondo più breve, frutto di un intervento dell’imperatore Traiano che nel 108 d. C. fece costruire una via nuova che da lui prese nome (la Traiana nova) che abbreviò il percorso da Volsinii (Bolsena) a Clusio (Chiusi).

La via Cassia è indicata anche nella Tabula Peutingeriana che è una copia del XII – XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano. Nel tratto da Chiusi a Firenze della Tabula, la via Cassia è la prima strada a “sud” degli Appennini, o meglio le prime due, rispettivamente la Cassia Vetus e la Cassia Adrianea e sono indicate solo quattro “città” o cittadine su tale percorso: Clusio (Chiusi), Adretio (Arezzo), Bituriha, Florentia Tuscorum (Firenze). Bituriha rappresenta un enigma in quanto , benché indicata come città, è completamente sparita dalla topografia e dalla storia successiva ed è tuttora non identificata.

Per approfondire:

La via Cassia romana: un enigma di fine Impero.

La Via Cassia – Francigena e l’Alto Lazio nella seconda metà del XVIII secolo

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